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S.M. Leuca

"Dati turistici, Capo di Leuca ancora fanalino di coda"

"Lasciando da parte la diatriba sulla veridicità delle cifre rese pubbliche dall'Azienda di Promozione Turistica di Lecce e guardando alla sostanza delle cose è possibile dedurne una amara verità"

La diffusione dei dati sul turismo ha scatenato in questi giorni un ampio dibattito politico. Tanto da muovere di recente il presidente della Provincia Giovanni Pellegrino a convocare una conferenza stampa per ribattere in prima persona alle contestazioni del centrodestra, avanzate da Raffaele Baldassarre. Ora, sui quei dati, sempre dal centrodestra, arrivano altre constatazioni.

di Biagio Ciardo *

La realtà dei dati del flusso turistico ci riporta con i piedi per terra, abbandonando i voli pindarici dai toni immotivatamente trionfalistici. Lasciando da parte la diatriba sulla veridicità delle cifre rese pubbliche dall'Azienda di Promozione Turistica di Lecce e guardando alla sostanza delle cose è possibile dedurne una amara verità: il Capo di Leuca, ancora una volta, è il fanalino di coda. L'Amministrazione Pellegrino, all'indomani del proprio insediamento, diede vita ad una manifestazione imponente, quanto a costi e risonanza mediatica, che definì "Gli stati generali del turismo", dalla quale, si disse, che sarebbe scaturita la nuova politica turistica del territorio salentino. In più nel dicembre del 2006 la Provincia decise di lanciare "Le idee e le strategie per il rilancio del Capo di Leuca", che furono personalmente illustrate dal Presidente Pellegrino alla presenza degli amministratori comunali del Capo, accompagnato da amministratori provinciali e da sindacalisti. In quella circostanza, tra l'altro, il Presidente non mancò di fare il punto sulle potenzialità turistiche dell'area, assumendo impegni ben precisi.

A distanza di anni dagli impegni assunti, tutto si è rivelato una vuota promessa priva di ogni traduzione in atti concreti. Insomma la politica degli annunci continua a fare scuola. In un quadro in chiaro-scuro, nel quale spicca l'ottima performance della città capoluogo, si fa notare, purtroppo, l'assoluto abbandono al quale è stato relegato il Capo di Leuca. I ritardi infrastrutturali, la penuria di investimenti pubblici e di campagne mirate, sono delle legittime rivendicazioni che si muovono da anni da parte di questo spicchio di Salento che continua ad essere marginalizzato da una Provincia sorda a queste richieste ed attentissima, invece, alle legittime istanze provenienti da ben altre parti del nostro territorio.

Non ci si può, allora, meravigliare se le cifre degli arrivi e delle presenze dei turisti nei primi cinque mesi del 2008 relegano il Capo di Leuca all'ultimo posto della classifica provinciale, con un desolante trend che si conferma anche per tutta la stagione estiva. Sarebbe il caso di abbandonare la politica dei proclami, per affrontare una realtà che necessita di una seria programmazione e di urgenti interventi, per un territorio che non chiede benevole elargizioni, ma le giuste attenzioni per camminare con le proprie gambe.

* Componente Assemblea nazionale di An

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