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S.M. Leuca Castrignano del Capo

Escursioni nelle grotte nonostante i pericoli e i divieti: due nuove denunce

La guardia costiera ha fermato due imbarcazioni, fra Santa Maria di Leuca e Il Ciolo: i titolari nei guai. I passeggeri esposti a pericoli di crollo del costone roccioso

SANTA MARIA DI LEUCA – Acque “agitate” nei pressi delle grotte di Leuca: due nuove denunce sono infatti scattate a causa delle escursioni in grotte interdette lungo il litorale ionico. A finire nei guai, questa volta, V.S., un 45enne di Salve e C.L., un 51enne di Castrignano del Capo: entrambi accusati di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e di non essersi attenuti alle norme sulla sicurezza della navigazione.

Proseguono, infatti, i controlli da parte della guardia costiera di Gallipoli che, in collaborazione con i militari dell’Ufficio locale marittimo, sta verificando il rispetto delle ordinanze di interdizione alla navigazione sottocosta.  Ad essere sottoposte a verifica, esattamente come un paio di settimane addietro, le barche utilizzate per accompagnare i turisti nelle escursioni in mare. Il monitoraggio, nelle ultime ore, ha riguardato in particolare il tratto costiero compreso tra Leuca e località “Il Ciolo”. 

Due imbarcazioni sono state trovate a pochi metri dalla costa, per consentire ai passeggeri di poter ammirare la splendida scogliera e, magari, fare anche un bagno. Il tutto noncuranti dei pericoli di quel tratto, interessato spesso dal fenomeno dei crolli. La balneazione e la navigazione nei pressi dei costoni rocciosi sono tassativamente vietate da apposite ordinanze.

La questione dei divieti e delle ordinanze non rispettate dgli autoctoni così come dai turisti si sta palesando, mai come questa estate in corso, un vero fenomeno culturale da tenere sotto osservazione e da contenere. Non soltanto sullo Ionio, ma anche sull’altro litorale salentino. Nonostante la recente (e frequente) pioggia di materiale tufaceo registrata nelle marine di Melendugno, infatti, giorni addietro un uomo è finito in ospedale, ferito dopo un tuffo dalla Grotta della Poesia.

Quell’area, a Roca, rappresenta peraltro un prestigioso sito archeologico, tutelato da un divieto di accesso. Idem per la falesia di Torre dell’Orso e Torre Sant’Andrea. Eppure, infischiandosene di ordinanze comunali da parte delle amministrazioni che ne vietano passaggio e accesso, così come di quelle della capitaneria che impongono divieti di balneazione, numerosi cittadini continuano a sfidare la natura e una struttura idrogeologica sempre più precaria e bisognosa di rispetto.

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