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S.M. Leuca Castrignano del Capo

Migranti dispersi dopo lo sbarco, le ricerche riprenderanno in elicottero

Al calar del sole sospese le attività. Per ora resta solo una la vittima della tragedia in mare nel Capo di Leuca

SANTA MARIA DI LEUCA (Castrignano del Capo) – Al calar del sole sono terminate le ricerche. Domani si riprenderà all’alba. Come sempre, in queste tragedie. E non ci saranno soltanto i sommozzatori dei nuclei specializzati di Brindisi e Taranto dei vigili del fuoco, ma anche un elicottero proveniente da Bari.

Il mezzo aereo dei pompieri dovrà dar man forte ai colleghi che scandagliano il mare e a chi cerca da terra e sul pelo dell’acqua, fra cui la guardia costiera. Il problema è: quanti corpi realmente possono ancora trovarsi a fondo? Se tutto dovesse essere confermato come da ricostruzioni iniziali, all'appello mancherebbe una donna. Ma nessuno lo sa sa veramente. Nessuno sa se davvero ve ne siano altri, oltre a quello già rinvenuto. 

Per ora il mare, infatti, ha restituito il cadavere di una donna somala di 32 anni, dopo il drammatico sbarco avvenuto nella notte fra il 10 e l’11 gennaio, in più punti della costa salentina, nei pressi del Capo di Leuca. Per il resto, tutto si basa sulle dichiarazioni degli stranieri. Ovvero: i migranti sarebbero partiti in 42 e tre donne sarebbero state gettate in acqua.

Una, come detto, è stata recuperata purtroppo senza vita sugli scogli, un’altra in stato confusionale, della terza non si sa ancora nulla. Sette migranti sono stati accompagnati in ospedale e altri quattro si sarebbero allontanati spontaneamente prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. In ventotto sono coloro senza conseguenze che, fin dalle prime ore, sono stati accompagnati al “Don Tonino Bello” di Otranto.

Dati i punti particolari in cui sarebbero avvenuti gli approdi, tra località “Felloniche”, alle porte di Santa Maria di Leuca, Novaglie e Torre San Gregorio, con l’elicottero si potranno osservare meglio dall’altro tutti i versanti, dallo Ionio all’Adriatico.

L’approdo è avvenuto intorno all’una e mezzo di notte. I migranti africani si sono divisi in gruppetti. Fra i primi ad arrivare sul posto, i carabinieri della compagnia di Tricase, gli agenti di polizia del commissariato di Taurisano, i volontari del comitato leccese della Croce rossa italiana assieme agli operatori del 118. Il cadavere è stato rinvenuto su uno scoglio della marina di Patù. Dalle ricostruzioni l’imbarcazione sulla quale hanno viaggiato sarebbe stata una sola. Gli scafisti potrebbero averli lasciati in mare, e per questo sarebbero arrivati in punti differenti della costa.

Oggi, il ritrovamento in mare di una donna, per alcuni momenti aveva fatto pensare che si fosse a una svolta, su questo fronte. Invece, si trattava di un'altra tragedia, il suicido di una donna di Parabita, avvenuto nei pressi della zona nota come Montagna Spaccata. 

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