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S.M. Leuca Tricase

Coste: riviste ordinanze, meno tratti interdetti. Ma ieri la protesta al Ciolo

Larghi tratti di costa sono stati restituiti alla libera fruizione. I primi ridimensionamenti riguardano Tricase, Racale e Diso. Nei prossimi giorni sarà emessa un'altra ordinanza della capitaneria, per Andrano. E dal 27 al 30, nuovi e importanti sopralluoghi nelle zone classificate Pg3

TRICASE – In questi giorni nuove ordinanze emesse dalla capitaneria di porto di Gallipoli, a firma del capitano di fregata Attilio Maria Daconto, stanno sostituendo le precedenti, risalenti a maggio. Larghi tratti di costa sono stati restituiti alla libera fruizione, rispetto alle prime indicazioni, molto più restrittive. Con buona pace di quanti, sindaci e operatori commerciali in primis, temevano un flop della stagione estiva, vero motore economico di gran parte del Salento.  

Restano i divieti solo per alcuni tratti, dunque, laddove realmente si potrebbe percepire un pericolo di crollo. Questo, dopo che i Comuni interessati hanno inoltrato le relazioni dei geologi. I primi ridimensionamenti riguardano Tricase, Racale e Diso. Nei prossimi giorni sarà emessa un’altra ordinanza, per Andrano.

Tutti gli atti con i punti in cui permangono i divieti di balneazione, navigazione, sosta e ancoraggio di ogni tipo d’imbarcazione, ma anche la pesca professionale e sportiva, le attività subacquee e di superficie e via dicendo, sono consultabili sulla pagina web della capitaneria di porto gallipolina e si possono scaricare in formato Pdf.  

Ma c’è di più, ed è forse la notizia principale. Dal 27 al 30 giugno, il personale della capitaneria eseguirà nuovi e importanti sopralluoghi con autorità di bacino, Comuni e genio civile regionale su tutti i tratti classificati come Pg3, cioè ad alto rischio. E non si esclude che almeno alcune di queste località, fra le più affascinanti del Salento, possano a loro volta essere “riaperte”.  

Ieri, intanto, nell’area di Gagliano del Capo, oltre centocinquanta persone (metà delle quali turisti provenienti da fuori regione) si sono ritrovate al Ciolo, per un refrigerante “bagno di protesta”, a sfida simbolica proprio dei divieti che riguardano uno dei canyon forse più noti al mondo, vera e propria cartolina del Salento. Vi hanno partecipato le associazioni Lavori in corso, Sos costa Salento, Csv Salento, Archés, Sos 275 e Salento Verticale.

“Ma la protesta è partita dai cittadini stessi – tiene a chiarire Luigi Russo, presidente di Csv Salento -; molti gaglianesi hanno chiesto l’appoggio delle nostre associazioni. Il Ciolo è il loro vero e unico tesoro”. Insomma, c’è stata una sorta di ribellione, alla quale ha partecipato anche il primo cittadino di Tiggiano, Ippazio Antonio Morciano.

“Il problema è molto serio”, prosegue Russo. “Le ordinanze hanno il loro iter, vi sono le linee espresse dei geologici, ma bisogna anche dire che in quel canyon non s’è mai registrato una caduta di massi”.

Insomma, a molti è parsa una forzatura e Russo usa un’espressione che indica bene la percezione di chi questi luoghi vive e frequenta da sempre, sia esso nativo o turista affezionato: “Come se, per un neo sospetto su di una gamba, si tagliasse l’intero arto”.

“Una decisione di tipo amministrativo non può violare la storia”, prosegue Russo. “E’ necessario che le ordinanze, oltre a una motivazione di tipo visivo del tecnico di turno, considerino anche uno storico, con un calcolo reale del pericolo continuo imminente. E una caduta di un masso dal Ciolo, solida roccia, ha la stessa probabilità statistica dell’arrivo di un meteorite”.

“L’unico posto realmente pericoloso – cita ancora il presidente del Scv Salento - è la statale, con interi punti segnati da strapiombi non protetti da reti. Ma un’ordinanza per questi non esiste. Non esiste un vero piano sicurezza”.

Domenica prossima è previsto anche un incontro, che il Csv Salento terrà con il Forum del terzo settore della Puglia. Sono stati invitati la capitaneria, gli amministratori comunali, gli operatori commerciali.

“Chiederemo che le ordinanze siano limitate allo stretto indispensabile”, spiega Russo. “Bisogna mandare messaggi chiari: il mare de Salento è sicuro e i turisti possono venire tranquillamente. I controlli, per valutare i rischi reali, devono essere fatti centimetro per centimetro”. Le nuove ordinanze sembrano comunque già volgere in questo senso. E dopo il 30 giugno, forse si avrà un quadro ancor più chiaro della situazione. 

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