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Venerdì, 19 Aprile 2024
S.M. Leuca Castrignano del Capo

Tragedia in mare: in 35 approdano a Leuca. Recuperato il cadavere di una migrante

Sul posto anche i sommozzatori dei vigili del fuoco per cercare gli altri sette cittadini somali dispersi in mare durante lo sbarco avvenuto nella notte. Con ogni probabilità sono giunti tutti assieme a bordo di un’unica imbarcazione e lo scafista li ha abbandonati in mare per poi fuggire

SANTA MARIA DI LEUCA (Castrignano del Capo) – Il primo, drammatico viaggio della speranza del 2016. Con le temperature miti e straordinarie delle ultime ore riprendono gli sbarchi: trentacinque cittadini di nazionalità somala, tra cui anche 21 donne e un bambino, hanno attraversato il mare per giungere sulle coste del Salento, approdando sul litorale meridionale intorno all’una e mezzo della notte.

In almeno tre punti, località “Felloniche” alle porte di Santa Maria di Leuca, Novaglie e Torre San Gregorio, infatti, sono stati rintracciati tra la notte e le prime luci del giorno. Erano tutti divisi in piccoli gruppi, ma vi sarebbero anche alcuni dispersi tra loro. Sul posto, i carabinieri della compagnia di Tricase, gli agenti di polizia del commissariato di Taurisano, i volontari del comitato leccese della Croce rossa italiana assieme agli operatori del 118 e ai sommozzatori dei vigili del fuoco giunti dai rispettivi nuclei di Taranto e Brindisi assieme ai colleghi elicotteristi.

Il corpo di una delle migranti, una donna di 32 anni, di cui non si avevano più notizie, è stato rinvenuto senza vita questa mattina su uno scoglio della marina di Patù, uno dei tre punti in cui sono stati rintracciati i cittadini somali. I sommozzatori, intanti, continuano ad esplorare i fondali alla ricerca di altri sette migranti che, stando alle dichiarazioni dei loro connazionali, mancherebbero all’appello. Da una prima ricostruzione, infatti, l’imbarcazione sulla quale hanno viaggiato i cittadini africani sarebbe unica: è plausibile che lo scafista li abbia lasciati in mare, a pochi metri dalla riva, e che loro abbiano in questo modo raggiunto i tre punti della costa del Capo di Leuca.IMG-20160111-WA0012 copia-2

Anche i militari dell'Ufficio locale marittimo di Santa Maria di Leuca, assieme ai finanzieri del Gruppo aeronavale, stanno pattugliando le coste del lembo più estremo di Puglia, nella speranza di rintracciare i cittadini anora in vita. Le condizioni dei cittadini stranieri non sarebbero preoccupanti: al momento del rintraccio sono stati tutti rifocillati e sottposti alle prime visite mediche: soltanto tre donne, un uomo e un bambino sono stati accompagnati presso il vicino ospedale "Cardinale Panico" di Tricase e al "Francesco Ferrari" di Casarano per maggiori approfondimenti clinici.

La restante parte del gruppo, intanto, è stata accompagnata presso il centro di prima accoglienza "Don Tonino Bello" di Otranto, dove sarà sottoposto alle operazioni di identificazione, in attesa deil'ulteriore trasferimento nei centri per richiedenti asilo della regione. "È necessario accelerare i processi di risoluzione dei problemi nei Paesi di origine dei migranti", ha intanto dichiarato monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi di Ugento e Santa Maria di Leuca: il religioso si è recato personalmente in località Felloniche,  luogo del ritrovamento del corpo della donna 32enne.

Informato dell'accaduto, il vescovo è giunto lungo il litorale accompagnato dai sindaci di Castrignano del Capo,  Anna Maria Rosafio, e di Patù, Francesco De Nuccio. Si è soffermato per qualche minuto in preghiera davanti alla salma della donna, presumibilmente di origini somale, recuperata dalle acque del mare poche ore prima, portando il saluto e l'omaggio della chiesa ugentina. Da qui ha lanciato un appello alle istituzioni internazionali. "Si proceda rapidamente ad abbattere i muri ideologici attualmente in piedi e si accelerino i processi di risoluzione dei problemi nei Paesi di origine di questi migranti. Le persone continuano ad abbandonare quelle terre mettendo in moto un esodo incessante dalle conseguenze molto spesso tragiche".

I momenti successivi al rintraccio

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