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Giovedì, 28 Marzo 2024
S.M. Leuca Gagliano del Capo

Dal Tar semaforo verde per i lavori di consolidamento nel “canyon” del Ciolo

Dopo il rinvio nella prima udienza, la prima sezione del tribunale amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Legambiente. Il parere espresso dalla Soprintendenza in Conferenza dei servizi è da intendersi come definitivo

LECCE – Semaforo verde per i discussi lavori di consolidamento del costone roccioso del Ciolo. Il Tribunale amministrativo di Lecce ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dal circolo di Legambiente di Gagliano del Capo. Quella pubblicata questa mattina è stata un’ordinanza nient’affatto scontata, posto che nell’udienza del 16 aprile si era registrato un colpo a sorpresa:  Soprintendenza aveva preso le distanze dall’iter autorizzativo, pur essendosi costituita in giudizio, insieme all’amministrazione e alla ditta incaricata (rappresentata in giudizio dall'avvocato Luciano Ancora), contro gli ambientalisti. Una posizione che aveva indotto l’avvocato Pietro Quinto a chiedere nuovi termini a difesa.

La prima sezione del Tar di Lecce, presieduta da Antonio Cavallari, ha ora chiarito che non era necessaria una preventiva variante urbanistica ai fini dell’approvazione del progetto e della dichiarazione di pubblica utilità. Da una parte, infatti, la natura dell’intervento è stata intesa come conservativa, e dunque compatibile con la tipizzazione della zona interessata come “E”, dall’altra l’iter è stato giudicato coerente con la procedura accelerata prevista dalla legge regionale numero 3 del 2005 che stabilisce che una delibera di consiglio comunale sull’approvazione del progetto comporta automaticamente l’imposizione del vincolo ai fini espropriativi e costituisce, ove necessario, la formale variante urbanistica.

Dipanati i dubbi anche sulla corretta acquisizione del nulla osta paesaggistico: secondo la Soprintendenza, il momento di perfezionamento dell’autorizzazione non poteva essere quello della Conferenza dei servizi sul progetto definitivo, ma ci sarebbe dovuto essere un parere successivo in relazione a quello esecutivo. Per i giudici amministrativi, invece, il nulla osta espresso in quella sede è da intendersi definitivo.

“Sotto il profilo urbanistico - ha precisato l’avvocato Quinto – si tratta di un tempestivo intervento e di consolidamento statico, che non determina alcuna trasformazione del territorio, ma è invece funzionale alla sua conservazione sia in termini di destinazione di zona che in termini di salvaguardia paesaggistica. Da qui l’urgenza dell’intervento a protezione del costone roccioso e della pubblica incolumità, e, quindi, la positività dell’azione amministrativa del Comune, che è riuscito a far inserire l’intervento di protezione delle coste alte di Gagliano del Capo nel programma delle infrastrutture strategiche di interesse regionale finanziate con le risorse Fas ed incluse nella deliberazione Cipe numero 62 del 2011”.

Legambiente e altre sigle associative, ma anche la minoranza consiliare a Gagliano del Capo definiscono senza mezzi termini l’intervento di consolidamento previsto un attentato all’intergrità del famoso canyon, caro ai salentini e non solo per la sua unicità paesaggistica. Per portare a compimento il progetto, infatti, gli ambientalisti temono che venga alterato in maniera irreversibile lo stato dei luoghi. Per l’amministrazione comunale si tratta invece di un necessario intervento di consolidamento che consentirà di rimuovere i massi pericolanti e di stabilizzarne altri, oltre all’apposizione di reti metalliche di protezione.

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